martedì 7 febbraio 2012

Il razzismo ai tempi della crisi


Ieri mio figlio di otto anni all'uscita da scuola mi ha detto con orgoglio.
“ sai mamma domani è il giorno della memoria..” ed io gli ho chiesto “ davvero? E cosa si ricorda?”
mi ha risposto così “ una guerra dove sono morte tante persone perchè qualcuno aveva detto che erano diversi e non andavano bene...” e allora gli ho raccontato questa storia.
Quando avevo all'incirca sei anni (era il 1976) frequentavo una classe piena di Barbara, il mio nome spiccava tra tutti gli altri, c'era un'unica e sola Irene: io.
E questo mi stava stretto, così decisi di cambiarmi nome, e firmavo i miei compiti con Barbara(tra parentesi Irene) Vella. Crescendo mi sono innamorata del nome Selvaggia, soprattutto del significato che mi trasmetteva, mi dava un senso di indomabilità, come il telefilm “nata Libera”, che tu però non conosci.
Appena scoperto che in realtà il mio vero nome in greco significava pace, e che di secondo e terzo nome i nonni mi avevano messo Chiara e Serena fu abbastanza lampante che i loro piani nei miei confronti erano ben diversi.
Ad un certo punto della mia vita ho capito che il mio nome così' diverso da tutti gli altri, mi piaceva, non correvo il rischio di essere confusa con altre, ero diversa e finalmente consapevole e felice della mia unicità.
E' grazie a loro se ho fatto mio il pensiero “il diverso siamo noi”.
Ricordo la mia infanzia insieme a ragazzi brasiliani, i marocchini che venivano a bussare alla porta e il nonno che li faceva entrare, chiedeva alla nonna di preparare il caffè e di portare i biscotti.
Poi si metteva seduto al tavolo tondo del salotto buono e con la cartina geografica davanti si faceva spiegare da quale paese lontano arrivassero e guardava le foto stropicciate dei loro figli tirate fuori da portafogli di carta.
Mio figlio non ha fatto una piega mi ha guardato e mi ha chiesto: “ e non avevi paura che ti attaccassero i pidocchi?” io inorridita ho chiesto spiegazioni.
Mi ha risposto che in classe sua i compagni gli hanno detto che i pidocchi li hanno portati gli extracomunitari, quelli con la faccia colorata, perchè non si lavano.
Ho spiegato che queste informazioni sono frutto dell'ignoranza, perchè le persone ignorano quale sia la realtà, e che anche noi italiani siamo stati extracomunitari, e che forse ce ne siamo dimenticati. Mio figlio ha annuito e ha ripreso a giocare.
Però ormai il mio cervello si era messo in moto, i miei pensieri hanno proseguito da soli.
In classe di mia figlia c'è una bambina ucraina splendida, si chiama Angelica, ha dodici anni, vive con la nonna, è stata mandata in Italia nella speranza di un futuro migliore.
Non l'ho mai vista partecipare ad una festa di compleanno quando ho chiesto il motivo mi è stato risposto: “ non la invitano, perchè non c'è nessuno che la può accompagnare, e poi dicono che tanto lei non capisce la lingua.”
Alla festa di mia figlia sono andata a prenderla di persona, la nonna ha voluto per forza che entrassi in casa, mi ha voluto conoscere, visto che mi affidava la nipotina.
Per tutta la serata ho visto i suoi gli occhi sorridere, voleva sdebitarsi per averla invitata, cercando di aiutarmi a mettere a posto, mentre gli altri bambini (italiani) ditruggevano i festoni e urlavano.
Al cinema ha capito tutti i dialoghi (alla faccia di quelli che dicevano che non sapeva l'italiano).
Quando la sera l'abbiamo riaccompagnata a casa, la nonna non smetteva di ringraziarmi, e lei non smetteva di sorridere.
Il 27 gennaio è il giorno della memoria, si ricorda lo sterminio del popolo ebreo, e la liberazione del campo di Auschwitz.
Ma il razzismo e l'ignoranza vanno ricordati e combattuti tutti i giorni.
Perchè il diverso non esiste.
Il diverso siamo noi.
Irene Vella

6 commenti:

  1. Irene è un nome splendido, e ti dirò che anche il mio lo è :) ciao, molto piacere, il mio nome è Claudia. Arrivo qui grazie a Aurelia (nome favoloso anche questo).
    Crescere con un genitore come te significa avere l'orizzonte aperto. Grazie per questo racconto che mi ha caricato l'anima
    buona giornata
    Cla

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    1. grazie Claudia,le amiche di Aurelia sono di certo speciali come lei :) e ti ringrazio delle belle parole che hai scritto, sono davvero felice di pensare di essere una brava mamma (ogni tanto) :)Mi piace l'idea di poter aprire l'orizzonte ai miei figli :)Buona giornata a te

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  2. Grande Irene!!! Ti abbiamo contagiata eh?! :-) Baci, Simo!

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  3. Alla grande Simo :) solo che io sono una super caccola rispetto a voi..ma faccio come la formichina..pianino pianino

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  4. "Il diverso siamo noi".... l'unicità di ogni essere umano diverso dall'altro..questo è il miracolo della vita....brava Irene!!!
    :-)

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  5. :*
    è il mio pensiero fisso
    sono una brava mamma?
    Cla

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